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Covid 19 sui tessuti: le indicazioni dell’ISS

Negli ultimi 2 anni ci si è trovati a combattere e convivere con uno sgradevolissimo microrganismo. Così una delle principali preoccupazioni è stata, oltre ad evitare di entrarci in contatto, quella di rimuoverlo il più efficacemente possibile laddove sia malauguratamente entrato nelle case e negli uffici. Ecco allora che una delle domande più frequenti è stata “quanto sopravvive il Sars-Cov-2 sulle superfici dei vari materiali?“. Uno dei primi strumenti a seguito della pandemia di coronavirus, è stato fornito dall’Istituto Superiore di Sanità che ha rilasciato un documento intitolato “Indicazioni per la sanificazione degli ambienti interni per prevenire la trasmissione di SARS-COV 2 – Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni“. Dal documento è possibile estrarre una serie di indicazioni come, ad esempio, quanto può durare il covid, utili per l’eliminazione dell’eventuale presenza di covid 19 sui tessuti.

Quanto tempo resiste il covid 19 sui tessuti?

Sebbene il principale rischio di trasmissione derivi dal contatto diretto, come si legge nel documento “La contaminazione ambientale deve essere considerata una possibile fonte di infezione”. Questo perché questo genere di virus ha una certa resistenza sulle superfici. E dunque è possibile quantificare la persistenza del covid-19 sulle superfici? In generale, i coronavirus umani possono rimanere vitali e mantenere la capacità infettante su superfici inanimate a temperatura ambiente per un periodo variabile da 2 ore a 9 giorni.

Non è tuttavia possibile stabilire con precisione quanto resiste il coronavirus sulle superfici perché ci sono diversi i fattori determinanti. In particolare:

  • la temperatura ambientale;
  • l’umidità;
  • il tipo di superficie (porosa o meno);
  • l’eventuale presenza di materiale organico.

Ad ogni modo, sulle superfici porose come i tessuti, il coronavirus può arrivare a sopravvivere fino a 72 ore.

Coronavirus sui tessuti: come difendersi

Se si ha il sospetto che i tessuti degli ambienti interni, siano essi di casa, di un ufficio o di un qualsiasi altro edificio, siano entrati in contatto con il covid 19, è bene applicare un rigido protocollo per eliminarne i rischi. Nello specifico, dal documento dell’Istituto Superiore di Sanità emergono alcune direttive:

  • accortezze preliminari;
  • temperatura e durata del lavaggio;
  • detergenti da utilizzare.

Accortezze preliminari

Prima di passare all’effettiva rimozione del covid 19 dai tessuti contaminati è bene prendere alcune precauzioni. In generale, l’uso dei DPI (dispositivi di protezione individuale) come guanti e mascherine chirurgiche, mascherine FFP2 o mascherine FFP3 è sempre raccomandato. Nel caso dei tessuti, come ad esempio tappeti, biancheria, lenzuola, divani, poltrone, tappeti, moquette o tende, è importante:

  • evitare di agitarli per non disperdere nell’ambiente il covid 19 sui tessuti;
  • non appoggiare i tessuti al corpo;
  • chiudere immediatamente i tessuti in sacchi, possibilmente ermetici.

Temperatura e durata del lavaggio

Prese le necessarie accortezze, si può passare alla sanificazione dei tessuti vera e propria. Tutti i tessuti entrati potenzialmente in contatto con il coronavirus devono essere lavati in lavatrice con un ciclo ad acqua calda (60°C o più) per almeno 30 minuti. È infatti proprio a questa temperatura che inizia a sciogliersi la corona di grasso presente nei coronavirus che protegge il genoma presente all’interno.

Se tuttavia le caratteristiche del tessuto non permettono l’utilizzo di acqua calda, è necessario utilizzare particolari prodotti chimici per accertarsi che il virus sia totalmente rimosso. Laddove il tessuto lo permetta, prodotti a base alcolica sono l’ideale perché, esattamente come l’elevata temperatura dell’acqua, agiscono sul grasso esterno del coronavirus sciogliendolo.

Detergenti da utilizzare

Per avere la certezza di eliminare la presenza di covid 19 sui tessuti è bene utilizzare candeggina o prodotti per il bucato contenenti ipoclorito di sodio (noto anche come “sale di sodio”) o prodotti di decontaminazione sviluppati appositamente per l’uso su tessuti. Una buona alternativa, sebbene non sempre ideale per i tessuti, è l’utilizzo di detergenti a base alcolica contenenti almeno il 60% di alcol. Da evitare invece l’utilizzo dell’alcol puro. Oltre a rischiare di rovinare i tessuti, infatti, l’ideale per eliminare il coronavirus dai tessuti ed in generale dalle superfici è una soluzione contenente sia alcol sia acqua.

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